28 settembre 2017 - Omelia nella Cattedrale di Minsk in occasione dell'Assemblea del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa
Celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Minsk
Giovedì 28 Settembre 2017
« Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore »
Carissimi confratelli,
Vi saluto con queste parole del Signore al suo popolo, parole di speranza e di incoraggiamento, che sono rivolte anche a noi, per invitarci a costruire la Sua Casa nel nostro tempo e nel contesto del continente europeo.
San Francesco d’Assisi ha realizzato questa parola divina, questo sogno di Dio, col suo immenso slancio spirituale, quando l’identità europea si stava timidamente formando. Da quell’epoca medioevale in poi, tante realtà si sono sviluppate nel senso del progresso materiale, tante sono cambiate, altre andate distrutte, con danno dell’identità spirituale dell’Europa.
Siamo qui oggi riuniti in rappresentanza di tutte le Conferenze Episcopali europee per offrire un contributo pastorale, perché possa rinascere quella dimensione spirituale che è stata alla base della creazione dell’Europa.
Gli uomini di cultura riconoscono che l’identità europea poggia su tre pilastri fondamentali: la Bibbia, la ragione greca e il diritto romano. Di questi fondamentali, il primo: la Bibbia, è stato dimenticato almeno a livello delle nuove Istituzioni europee, se non anche a livello delle culture popolari, pervase da una mentalità individualistica libertaria e secolarizzata.
La casa comune ecclesiale risulta abbandonata e guardata con sospetto, se non addirittura disprezzata e perseguitata. Il nostro impegno come Vescovi in mezzo al popolo di Dio, viene sfidato non poco dalla cultura dominante, non più cristiana ma indifferente e materialista, poco permeabile ad una rinnovata evangelizzazione. Eppure bisogna evangelizzare! Sorge allora la domanda spontanea: « Da dove cominciare e come? »
Non c’è altra via se non Colui che, come ci suggerisce l’antifona del Vangelo, ha detto : « Io sono la via, la verità e la vita ». Il Vangelo odierno racconta l’atteggiamento di Erode, incuriosito per la figura di Gesù di cui sente tanto parlare e che cerca di vedere.
Anche per tanti nostri contemporanei, l’interesse per Gesù nasce dalla curiosità o dalla volontà di potere, non da un genuino desiderio di conversione e di sequela. Cosa può intaccare questo muro di resistenza alla grazia? Che cosa dobbiamo proporre ai nostri fedeli e ai lontani, per far scoprire la gioia del Vangelo? Gesù ha detto una parola forte su se stesso che risponde alle nostre domande e ci sfida assieme al nostro tempo, una parola circa la casa di Dio : « Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo ricostruirò »(Gv 2,19).
Ecco fratelli il kerygma, il nòcciolo della nostra fede, la cui proclamazione comporta una reale efficacia e fecondità: il Signore è morto per i nostri peccati ed è risorto per la nostra giustificazione.
«Io sono la salvezza del popolo», così recita l’antifona d’ingresso della liturgia odierna, e ci ricorda lo stesso concetto la risposta al Salmo responsoriale: «Il Signore ama il suo popolo» e per questo ha donato la sua vita per noi.
Non c’è un altro Nome in cui possiamo trovare la salvezza per noi, per i nostri popoli e per l’Europa in ricerca della propria identità culturale. Soltanto da questo annunzio si può ricostruire la casa di Dio in Europa e infondere nuova linfa al tessuto fragile della nostra fraternità e solidarietà.
Se vogliamo un futuro per le nuove generazioni, dobbiamo offrire loro non solo posti di lavoro, ma anche ambienti di comunione e solidarietà. Per questo motivo il tema del prossimo Sinodo dei Vescovi sarà:”I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Nella sua lettera di presentazione ai giovani, il S. Padre li ha invitati: «(…) ad ascoltare la voce di Dio che risuona nei vostri cuori attraverso il soffio dello Spirito Santo». E’ proprio dall’ascolto che nasce ogni cosa buona: dal far tacere le nostre voci per entrare nel silenzio dove si può ascoltare il sussurro della voce di Dio e allora avere la certezza che ogni nostra parola sarà uno strumento della Sua volontà. Accolgo con piacere i giovani qui presenti e li considero una rappresentanza dei tanti che attendono da noi Vescovi, maestri di discernimento, una parola di fede e l’indicazione di una strada per l’annuncio del Vangelo in Europa.
Saliamo quindi al monte e portiamo al Signore la legna della fede, invochiamo con fervore e speranza il fuoco dello Spirito Santo che ha risuscitato Cristo dai morti e che farà risorgere, se l’avremo veramente a cuore, l’anima trascurata dell’uomo europeo.
Rinnoviamo il nostro impegno per evangelizzare con l’aiuto dei giovani e delle famiglie, chiediamo la grazia di uscire dai nostri circoli ristretti, per andare oltre coloro che frequentano ordinariamente i nostri ambienti, verso gli emarginati, gli oppressi e tutti i sofferenti.
Così identificati alla « conversione pastorale » illustrata da Papa Francesco, offriremo una testimonianza più credibile del Signore presente nella Sua Chiesa, che Egli nutre col Suo Corpo e il suo sangue: i pilastri essenziali della ricostruzione della Casa di Dio ovunque.
Carissimi fratelli nell’episcopato, rallegriamoci di essere chiamati a testimoniare la forza del kerygma che ha plasmato l’identità europea del passato e che detiene le chiavi del suo presente e futuro. Ringraziamo Dio di essere illuminati dalla Sua Parola e di portare questa luce nel buio delle situazioni di sofferenza del nostro tempo. Più che mai c’è bisogno di questa luce nelle nostre comunità, per vivere nell’amore, unico mezzo per aprire un cammino di speranza ai nostri popoli.
L’Eucaristia che celebriamo, contiene tutto il tesoro di grazia e pace che promana dal sacrificio pasquale del Signore. Questo sacrificio è depositato nelle mani della Chiesa, nelle nostri mani, per essere offerto al Padre di ogni misericordia, ottenendo da Lui l’effusione dello Spirito che riempie la Casa di Dio, purificandola ed abbellendola per il servizio della Sua Gloria.
«Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compicacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore» (Ag 1,8). Amen!
Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi