14 settembre 2017 - Omelia nell'Ordinazione presbiterale di Fr. Michel-Marie, FMJ - Esaltazione della Santa Croce

Cardinale Marc Ouellet

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ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Ordinazione sacerdotale de Fr. Michel-Marie, FMJ

Basilica di San Giovanni in Laterano, 14 settembre 2017

Nb 21, 4b-9; Col 2, 9-15; Gv 3, 13-17

 

        Avendo sentito le lamentele e poi il pentimento del popolo d’Israele, il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta: chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita»(Num. 21,8). Nel Vangelo, Gesù disse a Nicodemo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, cosi bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perchè chiunque crede in lui abbia la vita eterna»(Gv 3,14).

        Cari fratelli e sorelle,

         La nostra salvezza è stata profetizzata da Mosè con un simbolo enigmatico: un serpente sopra un’asta ed è stata realizzata in Gesù Cristo mediante un altro simbolo ancor più misterioso: il Figlio dell’uomo innalzato sulla Croce.

         Per capire il nesso tra questa simbologia, ricordiamo che fu proprio il serpente, l’istigatore del peccato di Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden, agli albori della creazione dell’uomo.

          Il nostro destino di morte viene quindi da questo nemico, che serpeggia nella storia degli uomini ingannandoli e falsando la verità. Perchè l’umanità fosse liberata dalla sua morsa e le fosse concesso di partecipare di nuovo alla vita divina, gratuitamente donatale alle origini, Gesù si offrì in sacrificio di espiazione.

           Nel Suo disegno di grazia e misericordia, Dio volle fare i conti col peccato e la morte, ma non lo fece nel modo che noi penseremmo, cioè mediante il giudizio e la condanna: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).

           I conti col peccato, il nostro debito inestinguibile verso Dio, lo ha pagato Lui, il Figlio, al prezzo della Sua Morte di croce. Egli ha inchiodato il nostro debito sulla Sua Croce, prendendo su di Sè il nostro peccato e dandoci in cambio la misericordia del Padre, e la grazia del perdono e della pace.

        Carissimi fratelli e sorelle, ecco il lieto annunzio della salvezza che cantiamo gioiosi in questa festa: «Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo».

         Il nostro canto di adorazione non scaturisce solo dall’ascolto della Sacra Scrittura, ma anche dal nostro battesimo, cioè dalla nostra intima partecipazione al mistero della Croce. San Paolo dice ai Colossesi e dunque anche a noi: «Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti»(Col 2,12).

         Questo lieto messaggio è quotidianamente testimoniato da noi battezzati con l’esercizio del nostro sacerdozio comune, cioè mediante la fede, la speranza e la carità, che sono le virtù fondamentali della vita cristiana. Esse sono patrimonio di tutti i battezzati, ma risplendono in modo speciale nei monaci e nelle monache, che fanno solenne professione dei voti di povertà, castità ed ubbidienza, dando così al loro battesimo una visibilità ed efficacia particolare.

        La dignità eminente del sacerdozio battesimale è stata sottolineata dal Concilio Vaticano II dopo secoli di relativa trascuratezza, ma ora il suo valore fondamentale è ampiamente riconosciuto, anzi è confermato e nutrito proprio dal sacramento dell’Ordine, istituito dal Signore Gesù per dare alle sue pecore vita e vita abbondante.

         Questo dono capitale degli Apostoli e dei loro successori, di cui beneficiano anche i presbiteri secondo il loro grado proprio di partecipazione, è ordinato al servizio del sacerdozio comune attraverso il ministero della Parola e dei sacramenti.

        Questo ministero pastorale viene esercitato sia da quelli che pascono il gregge di Dio nelle diocesi, sia da quelli che servono nell’ambito carismatico della Chiesa, cioè nelle Congregazioni o Istituti di vita consacrata.

        Siamo lieti di celebrare proprio oggi, nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce, l’ordinazione sacerdotale di un monaco della Fraternité Monastique de Jérusalem, Fr. Michel-Marie (al secolo Ian Barakat) che io ringrazio per il suo invito a presiedere e soprattutto per la sua preghiera ed amicizia.  

        Cher Fr. Michel-Marie, vous êtes moine d’un Institut relativement jeune mais vous appartenez par votre culture libanaise à une grande tradition spirituelle qui remonte à la Bible. J’ose penser que votre disponibilité à recevoir la grâce du sacerdoce ministériel fera de vous un prêtre qui sera sensible au cri du peuple de Dieu et à sa faim matérielle, mais soyez surtout attentif à sa faim de la Parole de Dieu et du Corps du Christ. Rappelons-nous la peine des Israélites qui venaient vers Moïse : « Nous avons péché, en récriminant contre le Seigneur et contre toi. Intercède auprès du Seigneur. Moïse intercéda pour le peuple et leur obtint la vie sauve.

        Vous exercerez le ministère pour les besoins de votre Institut et de sa mission. Cette mission vous consacre au service de Dieu au cœur des villes, conformément à votre si beau charisme monastique et apostolique : vivre au cœur des villes, au cœur de Dieu. Vous serez alors certainement un prêtre d’intercession, accompagnant et soutenant l’intercession incessante de vos frères et sœurs consacrés à la prière du cœur et de tout l’être. Vous serez seul avec le Seul, mais en cotoyant chaque jour des foules, dans la rue, sur les places et dans le metro. Votre solitude sera joyeuse et solidaire, en communion avec les intentions du Saint Père et de toute l’Église, dans le désert de nos villes qui ont soif de la vie éternelle dont vous êtes, frères et sœurs de Jérusalem, des témoins éblouis et des sources cachées.

        Plût à Dieu que ces témoins se multiplient et que ces sources jaillissent et se répandent, aidant le monde à croire en l’Amour. Car votre contemplation révèle l’Amour du Père qui a tant aimé le monde qu’il a lui donné son fils unique; Oui, chers amis, que se multiplient ces sources de l’Esprit qui irriguent le monde de Vie éternelle. Dieu est Amour et Il est tourné vers sa pauvre créature comme un Époux désirant et aspirant sa réponse d’amour. D’où l’éloquence silencieuse de votre présence contemplative et fraternelle, chers amis, car vous donnez humblement cette réponse d’amour en lieu et place de tant de pécheurs. Au nom du Crucifié-Ressuscité et de l’Église son Épouse, je vous remercie d’être là au cœur des villes au coeur de Dieu, comme des semeurs d’espérance et de joie. Votre visibilité, votre louange trinitaire et votre accueil fraternel sont autant de sourires qui réveillent l’espérance dans les âmes et qui réjouissent de surcroît  un monde trop bruyant et trop distrait de Dieu.

        Cher Fr. Michel-Marie, fmj, vous serez aussi un témoin et un instrument de la divine miséricorde à laquelle vous vous savez redevable tant pour votre baptême que pour votre vocation monastique et sacerdotale. Le Seigneur aime toucher les cœurs par le témoignage de ceux et celles qui en ont fait l’expérience personnelle et qui l’offrent humblement et joyeusement à la quête d’autrui. Puissiez-vous la répandre abondamment, avec la même passion et générosité que le Pape François qui étend spécialement sur vous sa bénédiction, puisque vous êtes ordonné dans sa ville et sous le signe de son pontificat spécialement consacré aux pauvres, à tous les pauvres, les pauvres de pain comme les pauvres de Dieu. Dorénavant vous êtes, cher ami, complètement exproprié de vous-même, tant par votre vocation de totale appartenance à l’Épouse du Seigneur que par votre appel au service de l’Époux par votre ordination sacerdotale. Bienheureux êtes-vous de baigner dans le mystère nuptial du Christ et de l’Église. Oui heureux êtes-vous et que personne ne vous ravisse ce bonheur! La lectio divina e la Divine Liturgie seront vos lieux privilégiés de culte spirituel, rayonnant la Gloire de l’Esprit dans la communion ecclésiale, dont vous serez une humble source cachée dans le grand manteau de la Mère de Dieu et de l’Église. Magnificat anima mea Dominum!

       «Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo» Amen!              

 

Marc Card. Ouellet

Prefetto della Congregazione per i Vescovi